Quando mi trovo sola con mio figlio Elia, parliamo… ma soprattutto, io parlo, lui ascolta.
Gli spiego i codici della conoscenza… di come funziona l’immaginazione, di come può creare la sua vita, gli mostro la bellezza dell’alchimia interiore.
E lui ascolta veramente. Sento che accoglie le parole con attenzione e presenza.
Quando gli chiedo di fare un esercizio di immaginazione con me, è sempre disponibile. Andiamo a “leggere” insieme ciò che gli accade…andiamo a cercare i messaggi che la vita gli vuol far giungere.
Vicino a Elia si sente silenzio e pace.
A volte stiamo in silenzio e basta. È piacevole, una bella presenza.
È molto presente nell’ ascoltare, anche perché l’ascolto diventa poi azione interiore.
Ogni tanto mi viene il dubbio di star parlando troppo, allora gli chiedo:
“Ma stai capendo veramente cosa dico? Perché la maggior parte delle persone non capirebbe nulla di questo discorso”.
E lui: “Sì, sì che capisco!”
Oggi siamo andati, solo io e lui, a comprare delle scarpe per il suo compleanno.
Come per molti ragazzini della sua età, la scelta è stata tra un altro paio di Tn e le Air Force.
Ha optato per le Air Force perché non c’era il colore delle Tn che gli piaceva e poi, un paio di Tn già le ha.
Tornando, abbiamo avuto una lunga discussione sul potere dell’immagine.
Gli dissi che quelle scarpe costano tanto perché portano un’immagine e l’immagine veicola una sensazione. Si paga un’immagine, non certo il valore delle scarpe.
“quelle scarpe costano tanto perché portano una immagine e l’immagine veicola una sensazione; si paga l’immagine, non il valore delle scarpe”
“Se nel gruppo hai un paio di scarpe di un certo tipo, offri un’immagine di te accolta bene dagli altri e tu ti senti accettato e ammirato. Quello che vuoi in realtà non sono le scarpe in sé ma la sensazione a cui ti conducono.
Alla fine, paghi per una sensazione.
Andiamo quindi a vedere per che sensazione sei disposto a pagare così tanto!
Ascolta la sensazione nel corpo che provi quando indossi quelle scarpe”.
È come una sostanza che ti scorre dentro… la senti?”
“Sí, la sento”.
“Porta tutta l’attenzione su questa sostanza-sensazione e prova ora a cambiare l’immagine di te che credi l’abbia creata, cioè te con le scarpe fighe nel gruppo di ragazzini.
Tieni la sensazione e gioca cambiando l’immagine di te. Per esempio tieni la sensazione e immaginati vestito diversamente, strano, per esempio.
Ti riesci a vedere vestito strano ma con la sensazione di quando indossi le Tn?”
“Sì, ci riesco”.
“Bene, ora allenati a tenere quella sensazione e cambiare l’immagine a piacimento”.
“Ok, ora sono una tigre bianca”.
“Bene, ci sta. Ascolta come la tigre bianca ti porta, forse, anche una sensazione più intensa e forte della precedente”.
“Sì, è così”.
Vedi che puoi generare la sensazione che ti manca senza dipendere da un oggetto che hai o che non hai?
“Ecco, allora ricorda: agli altri passa la sensazione che ti abita. Gli altri ti vedono come tu ti vedi e ti senti.
In più se tu ti senti così non hai bisogno di essere accolto e ammirato. Già ti nutri della sensazione che produci in te.
Se vai in mutande in un gruppo di amici ma ti senti e ti vedi una tigre bianca, trasmetterai agli altri la frequenza ‘tigre bianca’.
E sentirai quella frequenza anche se gli altri non dovessero accettarti.
Ma attento, non puoi mentire a te stesso. Ascoltati con sincerità. Ascolta non i tuoi pensieri ma il tuo sentire.
Ora sei giovane, non ti chiedo di rinunciare alle Air Force ma vorrei che tu portassi attenzione a quanto ti ho detto per vedere sempre più come funziona questa alchimia.
Se capisci che hai il potere sulle tue frequenze, nel tempo comprenderai come non essere manipolato dalla società.
Se vuoi potrai anche avere sempre le Tn ma le indosserai con una consapevolezza diversa. Non perché ne avrai bisogno ma perché saprai come giocare con le immagini, con i simboli, in base a quello che vorrai fare nella società”.
“Ho capito”.
“Allora vai…tigre bianca!”
Elia ride…