Mesi con Elia e Gioele…tutta la giornata insieme appassionatamente.
Al mare le giornate passavano in fretta perché loro erano sempre occupati e fuori casa. Ma ora tornati a casa…la giornata è lunga.
Giocano insieme e litigano, litigano e giocano, sempre in casa perché fuori fa caldo e non vogliono uscire.
Ogni tanto ci provo a cacciarli fuori ma senza riuscirci. Persino il lupo vuole stare in casa con l’aria condizionata. Shari sta facendo la muta estiva, quindi, rotoloni di pelo viaggiano ovunque nonostante più volte al giorno entri in azione il Dyson. Sembra che questi peli diano fastidio solo a me; i bambini invece, amano rotolarcisi sopra fino ad essere più sporchi del cane.
In trepidante attesa dell’inizio del corso estivo di calcio, che li terrà occupati per la mattinata, cerco di accogliere quel non riuscire a fare alcunché, se non cercare di contenere la loro energia vitale infinitamente più vasta della mia.
Al fine di questo contenimento ho inventato dei particolari compiti per le vacanze. Ho comprato ad ognuno di loro un bellissimo grande quaderno, con carta di qualità e ben rifinito e lì, ogni giorno, scrivo i compiti: una serie di esercizi diversi tra loro che servono al risveglio della consapevolezza.
In mezzo ci metto anche problemi di matematica, scrittura, arte ecc…ma tutto in funzione dell’educazione alla vita.
Per esempio, ho scritto ad Elia una storia che raccontava di un bambino che aveva fiducia nella vita anche nelle difficoltà e ad un certo punto gli ho chiesto di continuarla…ed ecco un tema.
Poi è arrivato un problemino di matematica, sempre una storia di saggezza nella quale venivano richieste delle operazioni.
Ho scritto a Gioele delle domande tipo: “Cosa provi quando un bambino ti prende in giro?” “Cosa pensi che provi un bambino quando lo prendi in giro?”, “Quando hai paura in quale punto del corpo senti la paura?”, “ Che immagine ha?”.
E poi ci sono indovinelli, giochi, rebus, percorsi in giardino…ma tutti volti alla conoscenza di sé.
Elia e Gioele hanno 2 anni di differenza quindi sono previsti esercizi diversi per ognuno di loro.
Nel video allegato a questo post chiedo ad Elia di ascoltare il corpo nella sua interezza e quindi di portare attenzione al respiro che fluisce morbido dalla testa ai piedi.
Abituarsi a sentire il proprio corpo e il respiro in esso, apre al riconoscimento di come le emozioni vengono sentite in punti precisi e questo é importante per poi capire come averci a che fare.
Gli chiedo, quindi, di sentire se ci sono delle parti del corpo in cui il respiro non fluisce e di osservare, durante la giornata, i punti in cui sentirà, per esempio, la rabbia o altre sensazioni.
Il compito è di descrivere queste sensazioni localizzate e di farne un disegno.
Nel pomeriggio di questo stesso video, Elia si stava lamentando perché non sapeva che fare, così gli ho ricordato il compito e quindi l’ho invitato ad osservare in quale punto del corpo sentisse la noia. Gli ho chiesto poi di descriverla, di vederne la forma e di disegnarla sul quaderno.
Entrambi i miei figli accettano di buon grado questi esercizi perché si divertono.
Ovviamente faccio in modo che siano come un gioco e sono loro stessi che vengono a portarmi il quaderno affinché io scriva il successivo compito.
Credo che l’educazione alla felicità sia un aspetto fondamentale nella crescita del bambino e che possa accompagnarlo a fiorire in una vita intensa e appagante.
Il più bel regalo che possiamo fare ai nostri figli è infatti, mostrar loro che è la vita la madre più amorevole e che possono fidarsi di lei qualunque cosa accada.