Shari, il lupo cecoslovacco che vive qui, ama stare in mezzo alla sua famiglia, cioè noi.
Ha solo due piccole cosucce alle quali prestare attenzione: una è che…scorreggia…in un modo così allucinate che ci obbliga a mettere la maglietta sul naso perché la puzza è intollerabile.
L’altra è che appena ci distraiamo va in cucina e si mangia tutto quello che trova. Si alza sulle zampe e arriva ovunque.
Sa aprire anche lo sportello dell’umido.
L’altro giorno Elia, a pranzo, ha avanzato un po’ di insalata di riso dicendomi che l’avrebbe finita successivamente.
Ore dopo torno in cucina e vedo il suo piatto semi vuoto, solo rimasugli ai bordi, tant’è che mi sono sorpresa dell’assurdo modo di lasciare quell’avanzo.
Stessa cosa pensa mio marito che però decide di finire quel rimasuglio di cibo.
A quel punto arriva Elia e gli dico:
“Ho visto che hai mangiato, alla fine, il riso del pranzo ma cavolo….avresti potuto raccogliere bene tutto il cibo!”
“Maaaamma!!! Non sono stato io a mangiarla!”.
A Gioele non piaceva, gli altri due figli non c’erano…rimaneva il cane.
Guardiamo tutti Stefano con il piatto perfettamente pulito in mano…lui guarda noi con gli occhi sbarrati.
Scoppiamo a ridere, ma non Stefano…che si fa serio e schifato senza dire una parola.
Ci chiediamo quando Shari possa aver compiuto il misfatto e capiamo che l’unico momento in cui può essere accaduto è durante un film che Elia, Gioele e Stefano stavano guardando in tv dopo pranzo.
Io, lasciandoli tutti lì davanti allo schermo per andare in camera a leggere avevo detto loro: “Ricordate, date un occhio sempre a Shari perché altrimenti va in cucina a far danni”.
Credo nessuno mi abbia prestato attenzione, visto l’accaduto.
Dal giorno dopo però… tutti più presenti ai movimenti di Shari.
Questo insegna che l’esperienza è necessaria per sviluppare l’attenzione.
E l’attenzione è la chiave per approfondire la conoscenza di sé.
Chi impara a padroneggiare il focus dell’attenzione può infatti scoprire i segreti della mente e di tutte le sue infinite potenzialità.
A tal fine invito spesso i miei figli più grandi ad osservare da cosa viene attratto il loro focus durante la giornata.
Viene attratto dagli eventi che accadono fuori di noi oppure dai processi interiori? Viene attratto dai pensieri? E da quali? E perché?
Siamo in grado di portarlo dove vogliamo noi? E per quanto tempo?
Ecco come inizia l’allenamento di uno Jedi.
E se avete letto il post precedente, sapete quanto io ami gli Jedi…