Gioele, uscito da scuola sale in auto e mi dice:
“Mamma, visto che oggi sono resistito a vivere, merito un premio!”
E io: “Che vuol dire che sei resistito a vivere? Cosa è successo?”
“Stamattina mi hai obbligato a mettere la maglietta di lana e seta sotto la t-shirt e sono quasi morto dal caldo! Mi devi dare un premio! Almeno un gelato!”
Mi ha fatto talmente ridere che siamo passati dal gelataio.
Quella mattina, visto che i gradi fuori erano 9, ho messo a Elia e Gioele, la maglietta intima di lana e seta, visto che assorbe il sudore e tiene caldo…ma in effetti, nel corso della giornata, la temperatura è arrivata a 23 gradi.
Ovviamente nessuno di loro voleva indossarla ma ho lottato contro strilli e urla, li ho rincorsi, li ho minacciati, e alla fine ho vinto così sono usciti di casa con la maglietta della salute.
“Mamma, la maestra non mi ha nemmeno fatto togliere la felpa sotto il grembiule!”
“Ah, allora è per questo che sta mattina volevi andare a scuola solo in maniche corte senza niente sopra?”
“Sì, io ho caldo!!!! Ma lo volete capire?”
Può essere che da grande Gioele dirà ai suoi figli che io lo facevo morire dal caldo e che gli mettevo la maglietta di lana in estate solo perché i pomeriggi di fine settembre a lui sembrano estate.
A volte mi chiedo come mi vedono i miei figli. Lo dico perché è successo che riportino delle versioni dei fatti tutta loro. Come Martino che si ricorda che gli facevo sempre il passato di zucchine buonissimo. Mi dice felice che l’ho cresciuto a passato di zucchine quando io so per certo che l’avrò fatto al massimo 5 volte in tutta la mia e la sua vita.
Anche Ginevra: “Ti ricordi che andavamo sempre al mare in Grecia quando ero piccola?” E anche qua il “sempre” è stato 2 volte.
Allora mi chiedo quante cose hanno vissuto come “sempre” e invece sono state solo un numero di volte minore delle dita di una mano?
Per questo sto molto attenta alle parole che uso con loro: cerco di non offenderli mai. E anche quando li sgrido cerco di non colpirli al cuore, cerco di non abbattere l’immagine che stanno creando di se stessi. Li riprendo sì, eccome, ma non li ferisco. Perché quel tipo di ferite possono far male tutta la vita. Basta una volta che il bambino lo vivrà come “sempre”.
Quanti adulti mi raccontano, come evento traumatico, una frase, all’apparenza innocua, detta dai genitori, frasi che viste da fuori non dicono granché ma che nel vissuto cambiano tutto.
I bambini avvertono l’energia che c’è dietro alle parole
I bambini avvertono l’energia che c’é dietro alle parole. Avvertono l’apertura di cuore o la chiusura. Avvertono la stima o meno. Avvertono la visione che si ha di loro.
La visione… come vedo mio figlio? Come vedo mia figlia?
Lo vedo debole e fragile? Credo nelle sue potenzialità oppure non riesco a vederlo indipendente?
Riesco a vederlo sano o la visione che ho di lui é sempre malaticcio e bisognoso?
Sento di accoglierlo totalmente così com’è oppure lo accolgo solo se e quando è come voglio io?
Come il figlio è visto e sentito dai genitori è fondamentale. Per questo occorre far di tutto per credere nelle sue capacità di vivere libero di essere se stesso. E di farcela….
Ma cosa vuol dire farcela????
Vuol dire far diventare i figli quello che vorremo noi? Avere buoni voti a scuola e conquistare, da grandi, un’ottima posizione sociale? Diventare ricchi? O essere belli, forti, riconosciuti, accettati?
O farcela ad essere totalmente e profondamente se stessi?
Quanti genitori guardano al proprio figlio che cresce con l’unico scopo di aiutarlo ad essere semplicemente se stesso? Qualunque cosa questo voglia dire. Perché si può essere se stessi solo momento per momento.
“Ti sono vicino per aiutarti a fare sempre le scelte che ti fanno sentire vivo. Ti aiuto ad ascoltarti”.
Il genitore dovrebbe essere questo spazio di accoglienza infinito che permetta ai figli di conoscersi e ad agire senza tradirsi mai.
Non è facile perché in un mondo che cerca solo certezze, il fatto di vivere fluendo con la vita, viene visto con paura in una società che come massima aspirazione cerca il lavoro fisso. Certo è complicato vivere senza tradirsi mai.
Tradire cosa?? La vita che ti scorre dentro…non tradirla, sceglila sempre!
Sì, cerco di insegnare ai miei figli a sentirsi vivi, il che vuol dire ascoltarsi, fidarsi di quello che sentono, dando valore alla propria unicità, qualunque essa sia
Gioele mi ha detto, una volta arrivati a casa: “Ma se dici sempre che dobbiamo ascoltarci e io ti dico che ho caldo…che non è ancora ora della maglietta di lana…allora lasciamela togliere no?!!”
“Sì hai ragione. Aspettiamo ancora un po’”.