Quando alla sera addormento Elia e Gioele, spesso racconto le mie storie, cioè me le invento proprio. Penso a qualcosa di importante che vorrei passare e chiedo a loro che personaggi vogliono.
Fino all’anno scorso i protagonisti erano animali; tra i più gettonati la tigre, il leone, l’ocelot, il lupo. Poi siamo passati ai motociclisti e ora siamo arrivati ai campioni del calcio.
Io non ne conosco nemmeno uno ma loro sì, per cui, i titoli delle storie, che registro, così poi le riascoltano, sono: “Neymar e Tiago SIlva”, “Messi e Dybala” ecc…
Poi ogni tanto ci metto del mio anche nel titolo per cui diventa: “Federico Chiesa e la fatina”, Ronaldo e il samurai”.
Quello che mi preme di più insegnar loro è la fiducia nella vita, nell’universo, negli altri e in se stessi in quanto vita, universo, gli altri.
Vorrei far sentire loro che possono riconoscere un aspetto di se stessi in tutti quelli che incontrano per cui, prima di giudicare sentendosi nel giusto, possano imparare a sentirsi l’altro e partire da lì.
“Mettiti nei panni di chi ti trovi di fronte e non fare all’altro ciò che non vuoi venga fatto a te”.
Mettiti nei panni di chi ti trovi di fronte e non fare all’altro ciò che non vuoi venga fatto a te
Questa è la Regola d’Oro presente in tutte le religioni e anche nella fisica come misura aurea.
La misura aurea, nella nuova fisica quantistica, è chiamata anche la misura dell’amore perché accade quando le onde si muovono in armonia tra di loro senza scontrarsi e così riescono a muoversi a spirale e fluire liberamente. È quella spaziatura d’onda che crea uno stato di coerenza nel campo percepito come amore e armonia.
Cerco di aiutare i miei figli ad applicare la Regola Aurea a tutte le loro relazioni.
Gioele: “Mamma, il mio compagno oggi, ha fatto casino in classe e mi ha disturbato talmente tanto che non sono riuscito a finire il mio coniglio a maglia! Mi sono arrabbiato con lui perché volevo finirlo oggi…invece ora chissà quando ci riuscirò!”
Gli ho risposto: “Invece di difenderti arrabbiandoti, prova a diventare questo tuo compagno. Diventa lui e ascolta il tuo corpo, cosa senti?”
Gioele: “Sento che in fondo non voleva farmi un dispetto, voleva divertirsi, farmi ridere”.
“E quando tu vuoi ridere e scherzare hai mai interrotto il lavoro che stavano facendo altri?”
Gioele: “Sì…”
“Allora come ti piacerebbe essere trattato quando interrompi il lavoro degli altri perché vuoi ridere?”
Gioele: “Vorrei essere trattato bene!”
“E allora tratta bene il tuo compagno. Puoi comprendere che voleva solo giocare con te e dirgli magari che vuoi finire il tuo lavoro e che riderai con lui in un altro momento”.
“E se continua?”
“Cerca di fermarlo, magari parla con la maestra, ma sempre con la comprensione nel cuore. Pensa a come vorresti essere trattato tu e agisci partendo da lì”.
Partendo da questo poi, alla sera, ho raccontato la storia di Neymar e Chiesa bambini, che giocavano a calcio sulla spiaggia con altri, quando Chiesa fece un brutto fallo su Neymar.
Neymar ci rimase male perché pensò subito che Chiesa ce l’avesse con lui e avesse quindi esagerato apposta.
Elia e Gioele: “ Però ha ragione Neymar; Chiesa è proprio uno scemo!”
Ma in realtà Chiesa, quel giorno, era triste perché suo cugino l’aveva preso in giro davanti a tutti e si sentiva così umiliato che provava una grande sofferenza mista a rabbia. E così, non sapendo che fare con quella sensazione, la manifestò nella partita con un fallo su Neyamar.
Gioele: “E allora è diverso, povero Chiesa….”
Elia: “Sì è vero, però non è che uno se si arrabbia perché è triste per i cavoli suoi può spaccare la gamba all’altro giocatore”.
Neymar alla fine, visto che erano amici, decise di avvicinarsi a Chiesa chiedendogli con gentilezza il motivo di quel brutto fallo, che non era da lui e gli domandò se ce l’avesse con lui per qualche motivo. Chiesa, accorgendosi così del suo gesto inopportuno, chiese scusa a Neymar, riportandogli che quel giorno era particolarmente in difficoltà per una cosa successa con suo cugino ma che non avrebbe dovuto agire così. E si abbracciarono. E il malinteso venne chiarito. E tornarono a giocare in armonia.
Vedete bambini…non giudicate mai chi avete davanti ma mettetevi nei suoi panni e agite in accordo alla Regola d’Oro: “Non fate agli altri quello che non vorreste fosse fatto a voi”.