MENU
-
Articoli recenti
Dopo che avete letto e capito perché ho scritto nel titolo del blog “guru” ora siete pronti per capire perché “mamma” così che la parola “Gurumamma” possa avere il suo senso.
Sono madre di 4 figli. Ecco perché mamma.
Martino (nato nel 2000), Ginevra (2003), Elia (2012), Gioele (2014).
Insieme a me, mio marito Stefano e una femmina di lupo cecoslovacco di quasi 3 anni, Shari.
Forse immaginare una guida spirituale con 4 figli fa già ridere così o forse piangere.
A me fa più piangere. Non perché non li ami, anzi, li adoro e sono contenta di ognuno di loro, ma mi hanno stremata, distrutta, forgiata come si fa con il ferro…sapete come si forgia il ferro?
Va riscaldato sui carboni accesi a temperature comprese tra i 650 e i 900 gradi e poi va battuto e battuto finché prende la forma desiderata.
Ecco, visto che tutti e 4 vogliono da me forme diverse, continuano a battermi e a battermi perché la forma che vogliono farmi prendere non la prendo mai.
Si sa poi che un “guru”…non ama tanto prendere forma…
Non lo dico come un lamento, non fraintendetemi, lo dico come un dato di fatto, perché considero questa attività di battitura importante, non piacevole ma utile.
Mi ha reso come l’acqua, …diciamo come una pozzanghera; loro ci buttano dentro di tutto, ma l’acqua ritorna presto acqua. Quando ci lanciano dei massi l’acqua si increspa, si infanga, ma poi ritorna come prima.
Crescere i figli mi ha insegnato molto, soprattutto mi ha insegnato a morire.
Sembra una cosa terribile detta così e invece é un grande dono.
Non perché ogni tanto ti spingono per qualche momento a desiderare la morte, ma perché ti mettono fortemente di fronte al fatto che non hai controllo su niente e che tutto ha una sua incomprensibile forma di intelligenza, che non ti interessa neppur capire a fondo, ma che ti spinge verso la fiducia.
La fiducia nella vita può nascere solo se non si ha più paura della morte.
E la morte in fondo é solo uno spoglio di quelle parti di sé che è ora di lasciar andare.
Uno spoglio necessario perché tutto ciò che crediamo di essere è solo un’immagine illusoria. Siamo infiniti, non possiamo rinchiuderci dentro una forma.
E ogni genitore si sa, passa attraverso un continuo spoglio da tutto ciò che crede di essere.
I figli ti mettono a nudo, sono uno specchio perfetto e se si ha paura di specchiarsi per vedersi bene, se si ha paura di vedere i propri lati ombra…ahi ahi ahi, la vita diventa difficile con questi piccoli grandi maestri.
I figli ti aiutano a mollare tutto, ogni verità, ogni opinione, ogni credenza, ogni idea di te, del mondo, degli altri, finché…non sei più niente. E questo é meraviglioso.
La gente fugge dall’essere niente e vuole disperatamente essere qualcosa o qualcuno, tuttavia è proprio lì il segreto: essere niente per riscoprirsi essere tutto.
Ho sempre voluto dei figli, da bambina dicevo che avrei fatto la pellegrina alla ricerca di Dio oppure la mamma. Alla fine ho fatto tutte e due le cose.
Dicevo che da grande avrei aperto un orfanotrofio, ma non avrei mai pensato che tutti i bambini sarebbero venuti attraverso di me!
Mi sono sempre dedicata ai miei figli personalmente e in toto. Non voglio dire che ho fatto bene ma non mi sono mai sentita di farmi aiutare se non in rare circostanze, per qualche ora e da persone veramente speciali.
Questo perché ho sempre ritenuto molto importante educarli a mio modo.
Così anche per le scuole, ho accuratamente scelto un’educazione che potesse sostenere il lavoro educativo tenuto in casa.
Non mi ritengo quello che si intende una “brava mamma” nel senso comune del termine e nemmeno ho mai cercato di esserlo.
Lo stereotipo della brava mamma è un ideale che ha rovinato generazioni spingendo i figli verso la dipendenza anziché verso la libertà.
Ed è appunto questo il mio obbiettivo con loro: aiutarli a scoprire che sono individui liberi ma connessi a tutti.
Ho sempre cercato di mostrar loro che vanno bene così come sono e che tutto ciò che devono fare é imparare ad ascoltare se stessi senza tradirsi mai.
Se imparano a voler bene a ciò che sono (e non a ciò che credono di essere), se imparano a rispettare il loro sentire, la vita che scorre dentro di loro, allora saranno in grado di amare e rispettare ogni forma di vita.
Ognuno di loro ha la sua storia esistenziale, il suo “piano di studi vita”; per un genitore è difficile comprendere che queste lezioni sono anche molto diverse dalle proprie o da quelle che vorrebbe per loro.
Occorre comunque partire dalla consapevolezza che siamo esseri immortali, non tutto inizia e finisce con questa vita. I piccoli neonati che ci troviamo davanti sono esseri con molta esperienza e che sanno cosa sono venuti a fare qui.
Occorre accompagnarli in questo viaggio aiutandoli a ricordare se stessi, a scoprire se stessi, a conoscersi sempre più a fondo.
Occorre aiutarli a scoprire il fiore meraviglioso che sono, così che possano essere liberi di fiorire.
Questo potrà accadere solo se sapranno onorare la loro l’unicità…e solo se noi non li condizioneremo troppo spingendoli ad essere ciò che non sono.
Questo blog vuole descrivere la mia vita con loro, non perché io voglia essere di esempio, non perché mi ritengo migliore di qualunque altro genitore, ma semplicemente per condividere la mia esperienza sperando di mettervi di buon umore.
Benvenuto a chi vuole viaggiare con me.
Siamo tutti insieme nel difficile compito di crescere i nostri figli.
E l’unione fa la forza!